Itinerario Paesaggistico
Il banco calcareo sulla quale poggia Manduria e gran parte del suo territorio è composta da "tufo", una roccia morbida di comoda lavorazione. Attraverso l'impiego di questa pietra facilmente cavabile, l'uomo halasciato nel territorio manduriano segni tangibili del suo passaggio: masserie, trulli, menhiers. Le circa 65 masserie collocate in varie contrade manduriane, quasi tutte adibite all'allevamento di ovini, caprini e bovini sono state costruite in diverse epoche. Le più antiche sono quelle fortificate come masseria Archignano, Scrorpora, Marina e Scapulata, databili intorno al XVI-XVII secolo.
Invece masserie come Filicchie, Surii, Potenti, Surani Cranni, Bagnolo, Ripizzata, Giannangelo, ecc., costruiti presumibilmente tra il XVII e il XX secolo, sono divenute nel tempo vere e proprie aziende agricole. In passato, la masseria era simbolo di ricchezza e di sicurezza economica e intorno ai terreni di pertinenza vi erano, come tanti piccoli satelliti, delle costruzioni a secco denominate trulli, costruiti con le pietre raccolte sul posto durante la bonifica dei campi. Queste abitazioni di forma troncoconica erano la dimora estiva (da aprile a ottobre) di povere famiglie contadine, che coltivavano piccoli appezzamenti di terreno. Uomini e donne che si riunivano la domenica mattina durante la celebrazione della messa per venerare le immagini sacre in parte ancora visibili, affrescatenelle cappelle delle masserie. I possedimenti della masseria erano cinti da muri a secco, alcuni alti fino a 2,5 metri, utilizzati a delimitare le strade regee percorse dalle mandrie in transumanza che svernavano nell'Arneo. Lungo questi "serpentoni" di pietre erano posti dei blocchi monolitici denominati Menhirs. Interrati, questi blocchi di pietra segnavano il limite di piccole e grandi proprietà di contee e feudi di provincie e comuni. Su alcuni di essi vi sono incisi simboli e lettere, forse a testimonianza degli antichi proprietari. Inoltre il contado manduriano è ricco di bellezze naturalistiche come i boschi "Cuturi" e "Rosamarina" e vastee aree di macchia mediterranea. Il fiume Chidro nasce da varie sorgenti le quali si riversano in una vasca profonda 20 metri circa, meta di numerose specie di uccelli stanziali e di passo. Il fiume Borraco nasce da alcune sorgenti poste sul fondo di 2 vasche denominate "Quatisciatoio" e "Tamburo". Anticamente erano usate per lavorare i rotoli di cotone, lino, e altre fibre tessili e pre macerare i cenci per la fabbricazione della carta. La "Salina" un piccolo laghetto di ascque meteore con a guardia una delle cinque torri costiere poste lungo un bellissimo litorale ricco di dune, spiaggie e un mare cristallino. |
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